La classe X ha iniziato l’anno con l’uscita didattica ai vulcani. Normalmente viene fatta in classe IX, ma l’anno scorso non è stato possibile per le restrizioni sanitarie. Abbiamo voluto che i nostri studenti non perdessero questa opportunità perché è unica e meravigliosa.
Non tutti hanno la fortuna di poter vedere un vulcano dal vivo, in questo sta la forza di questa uscita: vivere qualcosa di vero, di reale, osservarlo come protagonisti, decidere come e quando vederlo e osservare questo ambiente in tutte le sue componenti, osservare come queste strutture geologiche plasmano l’ambiente e agiscono sulle forme di vita che lo circondano.
Il primo giorno di scuola, dopo la tradizionale accoglienza e le lezioni del mattino, siamo partiti con il treno dalla stazione di Lugano, avvicinandoci lentamente alla meta per percepire la distanza che passa dalle Alpi alla Sicilia. La prima meta ci porta a Giarre, e da lì fino a Riposto, dove sistemiamo le tende in un campeggio. Da qui partiremo per il primo maestoso incontro: l’Etna. È un vulcano attivo che produce fenomeni ogni anno, anche se l’ultima grande eruzione risale al 2013.
Il giorno seguente accompagnati da una guida ufficiale saliamo fino al punto più alto raggiungibile, dove si trova l’osservatorio Nord, a 2813 metri di altitudine. L’ascesa è molto lunga, superiamo un dislivello di più di 1’000 metri, durante la quale è stato possibile osservare alcuni crateri che nel passato si sono aperti a seguito della attività eruttiva. Si vedono chiaramente le tracce del percorso della lava che distrugge tutto ciò che incontra, ma anche la natura che lentamente si riprende con nuove piante e le tracce degli animali che popolano questa montagna.
Il giorno seguente ci spostiamo a Milazzo dal cui porto partono i trasporti per le isole Eolie.
Le isole Eolie sono una esperienza totale, che si respira ogni minuto, che ci affascina per la sua bellezza e ci investe con la forza degli elementi: l’acqua di un mare trasparente, il vento carico di profumi, la terra che emerge dal mare con profili aspri e il fuoco dei vulcani sono presenze costanti che è impossibile ignorare.
Il primo giorno alle isole ci porta a Vulcano, dove si trova l’omonimo vulcano. Vulcano è il più grande di una serie di vulcani, e benché la sua ultima eruzione risalga al 1800 le numerose fumarole ne testimoniano la vitalità. La salita al cratere è molto facile, sono circa 300 metri di dislivello. In cima si possono vedere i cristalli di zolfo che si formano da spaccature nel terreno da cui escono i gas provenienti dalle profondità della terra.
Per ultima raggiungiamo l’isola di Stromboli, un vulcano attivo che erutta in continuazione; ogni venti minuti circa dalla cima si vedono alzarsi sbuffi di polvere lavica di colore scuro. La parte più affascinante è però osservare questi fenomeni di sera: col buio, il bagliore della lava incandescente sparata a decine di metri di altezza che ricade formando una colata che scende dal versante della “sciara del fuoco” è uno spettacolo che abbiamo visto sia dal mare che avvicinandoci al cratere sulla terra, fino a dove era permesso salire.
La montagna viva ci mette in contatto con le viscere del nostro pianeta e ci mostra la potenza delle forze che hanno prodotto i continenti, ci fanno capire che il nostro pianeta non è una roccia che vaga nello spazio, ma è esso stesso una entità in divenire, come un essere vivente, non solo perché ospita la vita, ma la nutre e la sostiene e crea le condizioni che la rendono possibile.
La vita, questo mistero davanti al quale tutti ci interroghiamo, ci mostra in questi posti la sua tenacia, la resistenza, l’impulso a perpetuarsi sempre e comunque contro ogni avversità, ci mostra che la sua origine sono proprio queste forze tremende che ci lasciano smarriti e ci fanno sentire impotenti, ma al tempo stesso ci attirano e ci lasciano pieni di meraviglia.
L’epoca di Geologia che segue nelle settimane successive sarà una materia viva e pulsante di verità perché ciò che studieranno in aula lo avranno vissuto davvero.