Scelgo di insegnare in terza superiore, folgorato dalla filosofia incontrata per la prima volta al liceo. L’anno successivo non cambio professione, ma semplicemente materia, scegliendo la fisica. Da quel momento in poi mi dedico allo studio di questa bellissima disciplina, così profonda, da una parte ricca di sfide e misteri e al contempo così familiare e sempre presente nelle nostre vite. Mi laureo quindi in fisica teorica e nello stesso anno comincio ad insegnare matematica e fisica nelle scuole superiori.
L’obiettivo che mi ha guidato non è mai cambiato: ragionare con i ragazzi e accompagnarli verso la scoperta dei misteri che la matematica e la fisica ci pongono costantemente, evitando che per loro le due discipline diventino qualcosa di meccanico, noioso e privo di senso. Porsi una domanda che deriva da una curiosità genuina, sviluppare un ragionamento seguendo la logica o un metodo (scientifico?) e giungere infine a una conclusione. E da questo ripartire perché come ci insegnano la vita e la scienza si è sempre in cammino e raramente si giunge a verità assolute e definitive.
Guardandomi indietro, mi fa sorridere il mio passaggio da filosofia a fisica a cavallo della quarta superiore: quella che all’epoca sembrava una scelta tra due mondi agli antipodi si è poi rivelata essere una scelta tra diversi punti di vista dello stesso soggetto: l’Universo e il posto che l’Uomo trova in esso con le sue domande.
Dimenticavo: dalle scuole medie coltivo la passione per la musica, in particolare per i “bassi”: basso elettrico, contrabbasso e viola da gamba.
Stefano Fumagalli